Battaglia di Acri
Battaglia di Acri parte della guerra di San Saba | |||
---|---|---|---|
Il porto e la cittadella di Acri | |||
Data | 25 giugno 1258 | ||
Luogo | Acri | ||
Esito | Vittoria Veneziana | ||
Schieramenti | |||
| |||
Comandanti | |||
| |||
Effettivi | |||
| |||
Perdite | |||
| |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
Manuale |
La battaglia di Acri ebbe luogo nel 1258 al largo del porto di Acri tra le flotte della Repubblica di Genova e la Repubblica di Venezia La battaglia si inserisce all'interno del contesto della Guerra di San Saba.
Premessa
Genova, Venezia e Pisa possedevano ognuno un grosso quartiere ad Acri ed incominciarono a contendersi il Monastero di San Saba il quale non era stato spartito (a differenza della città) con i Veneziani.
Il console genovese Luca Grimani prima di avere il responso dal Papa, ottenne dalle Autorità religiose di Acri che ai veneziani fosse vietato l'ingresso nella Chiesa in quanto esclusivamente riservata ai genovesi e vi si barricarono armati dentro la chiesa. Nonostante le proteste dei Veneziani e dei Pisani, tale bando fu ribadito da Filippo di Montfort capo dell'ordine ospedaliero (e alleato dei genovesi).[1]
La battaglia
Il Doge Renier Zen inviò una flotta di 13 galee ormeggiate a Tiro e comandate dal capitano Lorenzo Tiepolo i quali entrarono in porto e trovarono e incendiarono 2 galee e 22 navi mercantili genovesi. Dopodiché sbarcarono e misero a fuoco il monastero assieme alle fortificazioni dei rivali.
I genovesi reagirono immediatamente ed inviò una flotta guidata dal capitano del popolo, Rosso della Turca, i quali potevano contare sull'appoggio di Filippo di Montfort e dai Cavalieri Ospitalieri per un attacco combinato da terra. Furono armate 40 galee.
Venezia invece con i rinforzi aveva una forza di 25 galee.
Anche se l'arrivo della flotta genovese sorprese i veneziani l'esperienza e la strategia marittima veneziana portarono ad una schiacciante vittoria. L'attacco Veneziano fu immediato e Genova perse la metà della flotta. Dopo tale sconfitta i genovesi lasciarono la città e si stabilirono a Tiro.[2][3]
Note
- ^ Giuseppe Cappelletti, Storia della Repubblica di Venezia, II, 1848.
- ^ Stanton 2015, pp. pp. 182–184.
- ^ Marshall 1994, p. pp. 39-40, 225.
Bibliografia
- Christopher Marshall, Warfare in the Latin East, 1192–1291, Cambridge, Cambridge University Press, 1994, ISBN 9780521477420. Christopher Marshall, Warfare in the Latin East, 1192–1291, Cambridge, Cambridge University Press, 1994, ISBN 9780521477420. Christopher Marshall, Warfare in the Latin East, 1192–1291, Cambridge, Cambridge University Press, 1994, ISBN 9780521477420.
- Charles D. Stanton, Medieval Maritime Warfare, Pen and Sword, 2015, ISBN 978-1-4738-5643-1. Charles D. Stanton, Medieval Maritime Warfare, Pen and Sword, 2015, ISBN 978-1-4738-5643-1. Charles D. Stanton, Medieval Maritime Warfare, Pen and Sword, 2015, ISBN 978-1-4738-5643-1.
- Giuseppe Cappelletti, Storia della Repubblica di Venezia. Volume II, Antonelli Editore 1848
Voci correlate
- Guerra di San Saba
- Guerre Veneziano-Genovesi
- Battaglia di Trapani
- Battaglia di Sasseno
- Battaglia di Settepozzi
V · D · M | |||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Guerre e battaglie |
| ||||||||||||||||
Organizzazione |
| ||||||||||||||||
Navi |
| ||||||||||||||||
Comandanti degni di nota | Vettore Cappello · Bartolomeo Contarini · Andrea Dandolo · Jacopo Dondulo · Angelo Emo · Lodovico Flangini · Antonio Grimani · Pietro Loredan · Lazzaro Mocenigo · Pietro Mocenigo · Benedetto Pesaro · Andrea Pisani · Niccolò Pisani · Vettor Pisani · Sebastiano Venier · Girolamo Zane · Carlo Zen |