Battaglia di Pljevlja

Abbozzo seconda guerra mondiale
Questa voce sull'argomento seconda guerra mondiale è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Battaglia di Pljevlja
parte della Resistenza jugoslava
Data1 Dicembre 1941
LuogoPljevlja, Regno di Montenegro
Esitovittoria italiana
Schieramenti
Bandiera dell'Italia ItaliaBandiera della Jugoslavia Partigiani jugoslavi
Comandanti
Giovanni EspositoArso Jovanović
Effettivi
2.000 uomini4.000 uomini
Perdite
74 morti
170 feriti
203 morti
269 feriti
Voci di battaglie presenti su Wikipedia
Manuale

La battaglia di Pljevlja fu un'offensiva dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia diretto a sbloccare l'assedio della cittadina di Pljevlja, in Montenegro; la brigata partigiana Kom, guidata dal generale Arso Jovanović, venne respinta dalle truppe della 5ª Divisione alpina "Pusteria" di stanza nella regione.

Antefatti

Il 1º novembre 1941 il comando popolare jugoslavo aveva pianificato un attacco generale contro la guarnigione di Pljevlja[1]. Arso sapeva che gli italiani erano a conoscenza dell'attacco imminente.

Forze in campo

Secondo Jovanovic la battaglia "sarebbe stata breve"; egli disponeva di distaccamenti dalle brigate Kom, Zeta e Bijeli Pavle per un totale di 4000 uomini[2]. Gli italiani disponevano di reparti della divisione 5° Pusteria quantificabili in 2000 soldati[3].

La battaglia

L'attacco jugoslavo iniziò alle 01:30 del 1º dicembre 1941 dopo azioni dimostrative nell'abitato di Bucje; per contrastarlo gli italiani ricorsero a tutte le forze disponibili, riuscendo a respingere l'assalto dopo sedici ore. I partigiani subirono forti perdite, anche a causa del supporto d'artiglieria da parte italiana.

Conclusione

A seguito della battaglia, molti partigiani disertarono presso i Cetnici e i partigiani furono espulsi dal Montenegro. Numerosi furono i casi di dissidi interno (contro la "lijeva skretanja", la "deviazione a sinistra" di gruppi più estremi) e le uccisioni di prigionieri. Dal canto loro, gli italiani e le milizie dello Stato indipendente croato iniziarono una dura repressione, mentre gli insorti premettero per una riorganizzazione dell'esercito (includendo il reclutamento femminile[4]).

Note

  1. ^ U Vatri Revolucije, NIGP "Rilindja", 1973, p. 112.
  2. ^ Mladen Stojanović, Socialist Republic of Serbia, Secretariat of information of the Assembly of the Socialist Republic of Serbia; Export-Press, 1970, p. 24.
    «...Lovćen, Kom, Zeta, and Bijeli Pavle who had taken part in the Battle of Pljevlja»
  3. ^ Boško Đuričković, Vojni istoriski glasnik, Vojno-istoriski institut, 1952, p. 10.
  4. ^ Jelena Batinić e Stanford University. Dept. of History, Gender, revolution, and war: the mobilization of women in the Yugoslav Partisan resistance during world war II, Stanford University, 2009.
  Portale Guerra
  Portale Storia