Camilla Marzano d'Aragona

Camilla Marzano d'Aragona
Sperandio, Medaglia di Camilla Marzano d'Aragona, National Gallery of Art, 1490-1495.
Signora consorte di Pesaro
Stemma
Stemma
In carica1475 –
1483
PredecessoreSerafina Sforza
SuccessoreMaddalena Gonzaga
TrattamentoSignora
NascitaXV secolo
Morte1514
DinastiaMarzano
PadreMarino Marzano
MadreEleonora d'Aragona
Consorte diCostanzo I Sforza
ReligioneCattolicesimo

Camilla Marzano d'Aragona, detta Covella (XV secolo – 1514), è stata una nobile e letterata italiana, signora consorte di Gradara e Pesaro.

Biografia

Detta "Covella", era la figlia di Marino Marzano, principe di Rossano e 6º duca di Sessa, e di Eleonora d'Aragona, figlia naturale e legittimata del Re del Regno di Napoli Alfonso V d'Aragona.

Dopo la morte della madre, avvenuta nel 1474, fu educata alla corte di Napoli e il Re Ferrante volle per lei il matrimonio con Costanzo I Sforza, signore di Pesaro, che fu celebrato il 28 maggio 1475. Camilla fu spesso alla guida dello Stato feudale, quando il marito era impegnato nelle condotte militari.

L'ambasciatore estense a Milano Giacomo Trotti la dice "tutta savia e da bene",[1] a onta della perversione delle donne della sua famiglia (Eleonora, sua madre, fu accusata di incesto col proprio stesso fratello Ferrante, mentre la sorella Maria prostituì la figlia Eleonora a Carlo VIII di Francia[2]). L'ambasciatore informa inoltre che Covella andò incontro a due aborti, e perciò non riuscì a dare figli al marito[1] - un figlio morì nel settembre 1480 a soli due mesi[3].

Alla morte di quest'ultimo, avvenuta il 19 luglio 1483, resse lo Stato feudale insieme al figlio naturale di Costanzo, Giovanni Sforza[4]. In seguito a contrasti con il figliastro, rinunciò il 12 novembre 1489[5]. Il 7 maggio 1490 lasciò Pesaro per il castello di Torricella[6], già degli Sforza di Pesaro. Qui rimase fino al 1499, quando, persa la protezione degli Sforza a seguito dell'invasione francese del ducato di Milano, dovette abbandonare il castello.

Tornata a Milano nel 1507, vi fece testamento a favore del Duca Massimiliano Sforza il 29 agosto 1514. Morì prima del 6 settembre dello stesso anno, data dell'atto di esecuzione testamentaria[7].

Si distinse per la conoscenza delle lingue latina, spagnola e francese. Diede ospitalità alla corte di Pesaro all'umanista Pandolfo Collenuccio e al giurista Tommaso Diplovatazio.

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giacomo Marzano Roberto Marzano  
 
?  
Giovanni Antonio Marzano  
Caterina Sanseverino Ruggero Sanseverino  
 
Marchesa del Balzo  
Marino Marzano  
Carlo Ruffo Antonio Ruffo  
 
Giovanna "Giovannella" Sanseverino  
Covella Ruffo  
Ceccarella Sanseverino Ugo Sanseverino  
 
?  
Camilla "Covella" Marzano d'Aragona  
Ferdinando I d'Aragona Giovanni I di Castiglia  
 
Eleonora d'Aragona  
Alfonso V d'Aragona  
Eleonora d'Alburquerque Sancho d'Alburquerque  
 
Beatrice del Portogallo  
Eleonora d'Aragona  
? ?  
 
?  
Gueraldona Carlino  
? ?  
 
?  
 

Note

  1. ^ a b Moro! Moro! storie del Ducato Sforzesco, Guido Lopez, Camunia, 1992, p. 108.
  2. ^ Sanudo, pp. 261-262.
  3. ^ Ambrogiani, p. 137.
  4. ^ Daenens, p. 15.
  5. ^ Daenens, p. 17.
  6. ^ Il castello era posto nell'attuale frazione di Torricella del comune di Sissa.
  7. ^ Daenens, p. 26-28.

Bibliografia

  • Francine Daenens, La mancata dote di Camilla Sforza d’Aragona, in Studi Pesaresi, vol. 4, Rivista della Società pesarese di studi storici, 2006.
  • Francesco Ambrogiani, Vita di Costanzo Sforza (1447-1483), Società pesarese di studi storici, 2003.
  • Nicola Ratti, Della famiglia Sforza, vol. 2, Roma, 1795.
  • Pompeo Litta, Attendolo di Cotignola in Romagna, in Famiglie celebri italiane, Torino, 1835.
  • Marino Sanuto, La spedizione di Carlo VIII in Italia, a cura di Rinaldo Fulin, Venezia, Tipografia del Commercio di Marco Visentini, 1883.

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