Ciango

Ciango
 
Luogo d'origineBalcani
PeriodoXIII secolo
Popolazione90.000-250.000
Linguaromeno, ungherese
ReligioneCattolicesimo
Gruppi correlatimagiari, siculi
Distribuzione
Moldavia rumena90.000-250.000
Bandiera della Romania Romania
Manuale

I Ciango (in ungherese csángó) sono una minoranza etnica di religione cattolica e di lingua ungherese che abita almeno dal XIII secolo un centinaio di villaggi sparsi della Moldavia rumena, in territorio della Romania, soprattutto lungo il fiume Siret e nei pressi delle cittadine di Bacău e Iași.[1]

Le aree abitate da parlanti ungherese (in verde), con i Ciango (scritta in azzurro ad est).

Storia

Gli Ungheresi, seguendo il percorso già fatto da Sciti, Sarmati, Unni, Goti, Avari, arrivarono già prima del IX secolo nella regione da loro chiamata Etelköz. Successivamente vi si insediarono, tra gli altri, i Cumani. I ciango sono una minoranza in via di estinzione. Il numero dei ciango viene stimato da un massimo di circa 250.000 ad un minimo di 90.000. Ma a causa di una rumenizzazione più o meno forzata, questa minoranza sta perdendo sempre più consistenza.

Dopo che l'assemblea generale del Consiglio d'Europa ha emanato nel 2001 la raccomandazione n. 1521 rivolta alla Repubblica di Romania e alla Santa Sede in favore della conservazione della lingua e della cultura dei ciango di Moldavia, la situazione di questa minoranza a rischio di estinzione è lentamente migliorata. Mentre lo Stato rumeno ha sospeso i processi contro le organizzazioni impegnate nella salvaguardia dell'identità ciango e ha concesso la riapertura in alcune scuole dell'insegnamento dell'ungherese (anche se con pesanti limitazioni), la Chiesa cattolica ha introdotto in alcune parrocchie funzioni in ungherese ed ha stretto un accordo con la Chiesa d'Ungheria per insegnare l'ungherese ai sacerdoti della zona ciango che non appartengono all'etnia, dopo che per lungo tempo l'uso della lingua era stato vietato. Decisioni ritenute insufficienti da molti attivisti, ma comunque un passo avanti rispetto ai tempi in cui si predicava dal pulpito che per essere "buoni cattolici bisogna essere buoni rumeni, perché la chiesa cattolica si chiama chiesa rumeno-cattolica" (sic) e l'ungherese è la lingua del diavolo.

Oggi molti ciango, soprattutto giovani, si trovano all'estero (soprattutto in Paesi a maggioranza cattolica, soprattutto Ungheria, ma anche Italia e Spagna) per sfuggire alle ristrettezze socio-culturali ed economiche delle loro comunità.

In alcuni villaggi csángó si stanno comunque aprendo servizi turistici, nella speranza di poter individuare forme di sviluppo sostenibile che rispettino la bellezza del paesaggio moldavo.

I ciango coltivano una loro tradizione musicale folk, un particolare segmento della musica popolare ungherese suonata con strumenti romeni e ungheresi. Viene organizzato ogni anno un festival internazionale. Strumento molto utilizzato è la cobza accompagnato da violini, flauti e voci.

Note

  1. ^ Situation of the Csángó Dialect of Moldavia in Romania, su www.academia.edu. URL consultato il 31 dicembre 2022.

Bibliografia

In italiano
  • Teresa Ferro, Ungherese e romeno nella Moldavia dei secoli XVII-XVIII sulla base dei documenti della «Propaganda Fide», in S. Graciotti (a cura di), Italia e Romania. Due popoli e due storie a confronto (secc. XIV-XVIII), Firenze, 1998, pp. 291–318
  • Teresa Ferro, Alcuni aspetti dell'attività missionaria cattolica in Moldavia tra la seconda metà del Settecento e i primi anni dell'Ottocento, in Studi in ricordo di G. Barbina, vol. II, Udine, 2001, pp. 101–113
  • Marinella Lőrinczi, «Oláhul Merinka, magyarul Margitka». Antroponomastica bilingue presso i csángók / ceangai di Moldavia (Romania), in Plurilinguismo. Contatti di lingue e culture, Udine, 11 (2004), in corso di stampa
  • Enrico Martino, I nipoti di Attila, in Meridiani - Romania, Milano, n. 147 (Aprile 2006):
  • Maurizio Tani, Csángó: storia della rumenizzazione della minoranza ungherese di Moldavia (Romania). I Csángó tra Sciamanismo e cultura arcaica ungherese, S. Domenico e Jan Hus, l'Ordine Teutonico, i Mongoli ed una Chiesa romano-cattolica poco catholica, Associazione per i popoli minacciati per i diritti umani. in tutto il mondo / Gesellschaft für bedrohte Völker für menschenrechte. weltweit / Lia por i popui manacês por i dërc umans. sora döt le monn, Dossier 23/1/2003,
  • Maurizio Tani, Dagli csango un messaggio di ottimismo per i Balcani, in Café Babel (París), 13/1/2006(disponibile anche in catalano, Archiviato il 1º marzo 2011 in Internet Archive.,

inglese, A message of hope for the Balkans, tedesco, Archiviato il 2 settembre 2011 in Internet Archive., francese, spagnolo, e polacco)

  • Maurizio Tani, L'identità culturale della minoranza Csango ungherese nella Moldavia rumena, tra potenzialità turistiche e rischio di estinzione, in Luca Zarrilli (a cura di), Lifescapes. Culture, Territori e Paesaggi, Milano: Edizioni Franco Angeli, 2007, pp. 345–566
  • Frank Viviano e Tomasz Tomaszewski, Gli ultimi figli di Attila, National Geographic, giugno 2005, edizione italiana,
In francese
  • Dominique Auzias, Le Petit Futé Roumanie, Paris: Petit Futé, 2006, ISBN 2-7469-1578-2, 9782746915787, pp. 445–446 (guida turistica)

Voci correlate

  • ütőgardon

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  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Csángó

Collegamenti esterni

  • Risoluzione del Consiglio d´Europa per salvare la cultura dei Csango, su assembly.coe.int.
  • Associazione degli Ungheresi-Csango di Moldavia, Bacău, su csango.ro. URL consultato l'11 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2008).
  • Pagina web ungherese sui Csango, Budapest, su csango.hu. URL consultato l'11 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2005).
  • James A. Kapalo, The Moldavian Csángós: ‘National Minority’ or ‘Local Ethnie’?, London, 1996, su hi.is.
  • I Csango - in inglese/romeno, su csango.hu. URL consultato l'11 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2005).
  • Associazione per i popoli minacciati, Bolzano, su gfbv.it.
  • Bandiere per i villaggi Csango, su crwflags.com.
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