Lucrezia Bendidio

Lucrezia Bendidio, o Lucrezia Bendedei[1] (Ferrara, 8 aprile 1547 – dopo il 1584), fu dama di Leonora D'Este presso la corte di Ferrara.

Biografia

Nacque da Niccolò Bendidio, o Bendedei e da Alessandra Rossetti l'8 Aprile 1547. Il padre Niccolò era gentiluomo di corte del duca Ercole II[2] e sua persona di fiducia. La madre Alessandra era sorella di Alfonso Rossetti, vescovo di Comacchio e, più tardi, di Ferrara. La Bendidio fu accolta alla corte estense inizialmente come dama di compagnia della prima moglie di Alfonso II d'Este Leonora de' Medici, e successivamente nel 1561 subentrò a servizio della duchessa Eleonora d'Este. Lucrezia ebbe molti ammiratori nella sua vita per via della sua vasta e complessa cultura, in parte artistica e in parte filosofica che si ascrive alle consuete prescrizioni cortigiane rivolte alle donne nobili del tempo, di cui ci da testimonianza Annibale Romei nei suoi Discorsi. Tra gli estimatori di Lucrezia i quali si ricordano due importanti poeti coevi ossia Torquato Tasso e Giovanni Battista Pigna. Lucrezia aveva una splendida voce e perciò, insieme con altre damigelle tra le quali vi era anche la sorella Isabella Bendidio allietava le riunioni di corte.[3] La Bendidio era riconosciuta come la cantante di spicco nell'ambito della stagione concertistica allestita dal 1571 al 1584 all'interno del Castello Estense sotto la direzione di Luzzasco Luzzaschi e di Tarquinia Molza. A tal proposito vi sono numerose testimonianze di questi concerti tra le quali è possibile rinvenire una lettera che l'ambasciatore mediceo a Ferrara, Bernardo Canigiani, inviò al granduca di Toscana Cosimo I de' Medici in cui vi è una descrizione delle feste celebrate a Brescello nell'agosto 1571, in onore dei principi d'Austria:


«Da vespro a sera si festeggiò in corte assai reteratamente dove ballorno i principi alla tedesca e all'italiana, e si fece uno di quei concertoni di musica di circa sessanta di voci e istrumenti e dietro un gravicembolo tocco dal Luzzasco, cantorno la signora Lucrezia e la signora Isabella Bendidio a solo a solo, e tutt'a due, si bene e cosi' gentilmente, che io non credo si possa sentir meglio.[4]»

Lucrezia Bendidio incontra Torquato Tasso

Nel settembre del 1561 Leonora d'Este (1537-1581), di salute cagionevole, si recò ad Abano per la cura dei fanghi. La principessa estense fu accompagnata dal fratello il cardinale Luigi d'Este, da Papa Pio IV e dalla Bendidio, che figurava tra le damigelle del seguito come si evince da questa testimonianza «al séguito della Principessa, come damigella, era una bellissima giovinetta quindicenne, di una fra le maggiori famiglie ferraresi, Lucrezia Bendidio».[5] Tasso si innamora di Lucrezia e le dedicò numerose rime petrarcheggianti. Tasso Continuò a dedicarle versi anche dopo essere venuto a conoscenza, nel febbraio 1562, delle prossime nozze di Lucrezia con il conte Baldassarre Macchiavelli, naturalmente l'annunzio colpì nel profondo il diciottenne Tasso, che era al primo amore:

«Misero! ed io là corro ove rimiri
fra le brine del volto e 'l bianco petto
scherzar la mano avversa a' miei desiri!
Or come esser potrà ch'io viva e spiri,
se non m'accenna alcun pietoso affetto
che non fian sempre vani i miei sospiri?[6]»

Il matrimonio di Lucrezia con il conte Macchiavelli non fu particolarmente felice sebbene non avessero particolari problemi economici. Degli ultimi anni della sua vita una circostanza importante è la sua decisione presa nel 1583 di adottare un bambino di appena due anni, Cesare Ligurio. Siccome Tasso pubblicava nell'estate del 1562 il Rinaldo, poema giovanile scritto in dieci mesi, parte della critica ha riconosciuto Lucrezia in Clarice, uno dei personaggi dell'opera. Presso gli Estensi il poeta ebbe comunque modo di continuare a vederla per numerosi anni, mentre l'avvenente dama entrava in contatto con gli altri artisti che in quel periodo impreziosivano la corte, primi fra tutti Battista Guarini e Giovan Battista Pigna. Tra i componimenti di quest'ultimo vi furono anche tre canzoni ispirate proprio dalla bellezza della Bendidio, e fornirono tra l'altro lo spunto per alcune riflessioni tassesche sull'amore pubblicate nel 1568 con il titolo di Considerazioni sopra tre canzoni di M. G. B. Pigna.[7]

Lucrezia sarà poi per lungo tempo anche l'amante del cardinale Luigi d'Este.[8]

La Bendidio era inoltre un'apprezzata cantante, come la sorella Isabella, e nelle corti rinascimentali partecipò al Concerto delle donne.[2]

Un'altra sorella, Taddea, sposò il letterato Battista Guarini, e la loro figlia Anna Guarini fu anch'essa cantante ed arpista.

Gli ultimi anni di vita della Bendidio sono trascorsi nell'oscurità tanto che non si sa quale sia l'anno in cui Lucrezia è morta.[9]

Note

  1. ^ Melchiorri.Gruppioni, pp.43,44.
  2. ^ a b BENDIDIO, Lucrezia - Treccani, su Treccani. URL consultato il 7 maggio 2024.
  3. ^ A. Solerti, T. Tasso e Lucrezia Bendidio, in Giornale storico della letteratura italiana, X, 1887, pp. 114-60.
  4. ^ Si tratta di una lettera inviata dall' ambasciatore Bernardo Canigiani al granduca di Toscana nel 1571.
  5. ^ A. Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma, Loescher, 1895, pp. 68-69
  6. ^ Si tratta della sirima di un sonetto composto nel 1562
  7. ^ L. Tonelli, Tasso, Torino, Paravia, 1935, p. 82
  8. ^ L. Tonelli, cit., p. 60
  9. ^ Ferrara e la corte estense nella seconda metà del sec. XVI. I discorsi di Annibale Romei.

Bibliografia

  • Gerolamo Melchiorri, Donne illustri ferraresi dal Medioevo all'Unità, a cura di Graziano Gruppioni, prefazione Enrica Guerra, Ferrara, 2G Editrice, 2014, ISBN 9788889248188.

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