Palazzo Arese Borromeo

Palazzo Arese Borromeo
Facciata sul giardino
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCesano Maderno
Indirizzovia Borromeo 41
Coordinate45°37′42.78″N 9°08′51.68″E45°37′42.78″N, 9°08′51.68″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1626 - 1670 circa
UsoUniversità San Raffaele - Facoltà di Filosofia
Realizzazione
AppaltatoreBartolomeo III Arese
ProprietarioComune di Cesano Maderno
CommittenteBartolomeo III Arese
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Palazzo Arese Borromeo, è uno storico palazzo nobiliare situato a Cesano Maderno, in provincia di Monza e della Brianza in Lombardia.

Storia

L’attuale Palazzo Arese Borromeo sorge per volontà di Bartolomeo III Arese (1610–1674) che prosegue, concretizzandolo, il progetto del padre Giulio I. Bartolomeo III è personaggio chiave della politica lombarda del Seicento, sotto la dominazione spagnola, in quanto è il maggior interlocutore, per la fiducia che seppe conquistarsi, degli Asburgo. Il suo cursus honorum fu rapido e lo portò ai vertici dello stato: fu infatti Capitano di giustizia nel 1636, questore del Magistrato ordinario nel 1638, senatore, membro del consiglio segreto, presidente del magistrato ordinario nel 1641, reggente onorario del Consiglio d’Italia dal 1649 e presidente del Senato dal 1660.

Nel 1634 sposò Lucrezia Omodei, appartenente a una famiglia altrettanto importante e facoltosa, il cui fratello, Luigi Alessandro, divenne cardinale. Bartolomeo ebbe tre figli: Giulio II, morto prematuramente nel 1665, lasciando Bartolomeo senza una discendenza diretta; Giulia, che sposò il conte Renato II Borromeo e Margherita, che sposò Fabio Visconti Borromeo.

Il figlio di Giulia e Renato, Carlo IV adottò il cognome Borromeo Arese per la propria casata, ereditando dalla madre il palazzo di Cesano. Ricoprì prestigiose cariche pubbliche a Milano alla fine del XVII e nei primi decenni del XVIII secolo; fra il 1710 e il 1713 fu vicerè a Napoli.

Bartolomeo III, al di là della sua indiscussa importanza politica, era uomo di grande cultura e caricò di valori e significati pregnanti il complesso cesanese, che rimase sempre di proprietà dei Borromeo Arese e che per questo ha conservato quasi interamente gli aspetti seicenteschi, tra cui spettacolari cicli di affreschi.

Dal 1987 il palazzo è di proprietà dell'amministrazione comunale e viene utilizzato quale sede di mostre internazionali, concerti, convegni ed eventi privati. Le sale del piano nobile ospitano anche la facoltà di filosofia dell'Università Vita - Salute San Raffaele.

Palazzo Arese Borromeo è visitabile tutto l'anno grazie alla collaborazione con associazioni del territorio e con il Touring Club Italiano.

Descrizione

La loggia genovese nel cortile interno.
Veduta della facciata dall'esedra con la Torre esagonale.
La Galleria delle Arti liberali.
Sala delle Rovine.
Il Salone dei Fasti Romani.
Il Ninfeo.

Anche se l'idea di costruire il palazzo di campagna a Cesano era stata del padre Giulio Arese, fu Bartolomeo a realizzarne il compimento. La residenza che ancora oggi è possibile ammirare fu il frutto delle sue scelte, dei suoi gusti, della sua cultura. Il progetto del palazzo va letto all'interno di un più complesso progetto urbanistico che aveva la funzione di dare il massimo risalto alla nobile dimora all'interno del borgo di Cesano.

Il cuore del complesso è il palazzo, in stile tardo-barocco lombardo, ed intorno ad esso ruotano una serie di elementi che contribuiscono ad esaltarne la presenza, il valore simbolico oltre che architettonico. A partire dalla Piazza ad esedra, già concepita come in stretta relazione con il palazzo, ed agli inizi del Settecento perfezionata come una sfarzosa quinta scenografica e come luogo ove ambientarvi feste e intrattenimenti per gli ospiti. Successivamente quest'area venne destinata ad area di mercato ed ancora nel Novecento fu profondamente modificata. Solo a seguito dei restauri compiuti nel 1997 l'Esedra del palazzo ha riacquistato le forme e le funzioni originarie mettendo ben in luce le sue valenze di luogo scenico ispirato alla tipologia architettonica dei Teatri d'acqua.[1]

Verso ovest si allunga un viale rettilineo, ora corso Libertà, nel quale troviamo, una di fronte all'altra, l'antica chiesa di Santo Stefano, ora auditorium Disarò e sede di mostre e convegni, e quella nuova del 1937. Dalla parte opposta, ad est, si estende il giardino storico, un parco di quasi 10 ettari che include roseti, statue, il tempietto del Fauno, una grande fontana barocca e ampi spazi di giardino inglese.

Da notare l'asse prospettico che dalla loggia genovese del palazzo va a terminare alla fontana barocca e al grande portale del muro di cinta.[1]

Non è chiaro a quale architetto possa essere attribuibile il progetto, né come si siano succedute le varie fasi della costruzione. Probabilmente fu avviato da Giulio Arese poi compiutamente realizzato grazie a Bartolomeo III Arese, che diede avvio al cantiere nel 1654. Dopo circa vent'anni il palazzo era pressoché finito.

Si tratta di una struttura elegante ma semplice, quadrangolare, anche se l'affiancamento dei corpi di servizio ne complica il disegno. Il palazzo ha il suo centro nel cortile interno impreziosito da una loggia alla genovese sul lato opposto all'ingresso, che si affaccia su un vasto giardino all'italiana.

La facciata principale, quella che dà sull'Esedra, è impostata su tre corpi a sviluppo verticale collegati da altri un poco più bassi, che si saldano con le ali adiacenti. Nell'ala nord troviamo la cappella, nell'ala sud vi è la torre esagonale, costruita sui resti di una torre medievale.

Nel complesso la facciata si evidenzia come sobria, nobile, che caratterizza tutto l'edificio. Solo il portale maggiore spicca, con le sue lesene doriche sovrapposte a bugnato con un balcone settecentesco in ferro battuto.

Dopo l'ingresso a doppio porticato nel cortile si erge la facciata orientale che assume un carattere monumentale grazie a porte e finestre impreziosite da ricchi cornicioni e da nicchie con i busti dei Cesari. e soprattutto alla loggia superiore a tre doppie campate che vivacizza ed arricchisce l'intera struttura.

La loggia alla genovese superiore è dunque la vera protagonista della scena nel cortile.[1]

Interno

La struttura del palazzo è organizzata a quartieri. Il pianterreno è occupato da locali di servizio, mentre sul lato est si trovano i locali di rappresentanza, preceduti dal portico dei Cesari. Due scaloni poi collegano il pianterreno al piano nobile. Tra le sale di questo piano spicca il Grande salone dei ricevimenti incentrale rispetto alla facciata occidentale. Accanto a questo, verso sud, le sale destinate alla cultura e alle scienze, collegate alla grande Galleria del lato meridionale mentre, verso nord, si apre la serie di sale che precedono l'oratorio, con accesso pubblico anche dalla strada, dedicato ai Santi Angeli Custodi e a Sant'Antonio da Padova.

Il lato nord del cortile ospitava il quartiere delle donne, con gli appartamenti e i locali destinati alla Contessa e alle figlie, mentre dalla parte opposta collegabile con la loggia genovese, vi era l'appartamento del conte Bartolomeo III Arese, adiacente alla biblioteca oltre la quale vi era l'appartamento del figlio Giulio II.

Nelle sale del lato sud erano concentrate le raccolte artistiche e librarie del casato Arese Borromeo e la cappella privata di san Pietro martire, nonché la già citata galleria, arricchita un tempo da opere e sculture. Mentre al lato sud erano addossati il cortile e il Quartiere della servitù, al lato nord si affiancavano altri edifici organizzati attorno a tre cortili e destinati ad accogliere i servizi e le cucine.[1]

Apparato decorativo

L'apparato decorativo del palazzo, riportato recentemente all'antico splendore attraverso minuziosi restauri, fa del Palazzo uno dei casi di maggior interesse a livello regionale. Agli affreschi che interessarono trentatré ambienti lavorarono artisti del classicismo milanese del calibro di Ercole Procaccini il Giovane, i fratelli Montalto, Antonio Busca, Giovanni Ghisolfi, Giuseppe Nuvolone, Federico Bianchi. L'intero ciclo pittorico faceva parte di un ricco progetto complessivo che intendeva trasmettere messaggi di carattere politico-culturale. Gli affreschi del piano nobile rispondono, in particolare, ad un programma iconografico di esaltazione del potere economico politico del casato e l'impegno in campo culturale e scientifico. Caratteristiche del palazzo sono le Boscherecce, scene naturali che avvolgono lo spettatore attraverso un paesaggio ricreato e mitologico.[1]

Salone d'Onore dei Fasti Romani

L'ambiente più importante sul piano decorativo è certamente il Salone d'Onore, detto anche dei Fasti Romani. Nobilitato da una decorazione a due fasce: nella prima inferiore si hanno le scene della storia di Roma, e statue dipinte di re ed imperatori, mentre nella fascia superiore abbiamo dame e signori, musicisti, camerieri, mendicanti, che si affacciano idealmente da una balaustra dipinta ad osservare idealmente, come una sorta di pubblico virtuale, i festeggiamenti e gli sfarzi ai quali il salone soleva essere riservato.[1]

Il ninfeo

Veduta del Parco Borromeo.

Accenniamo brevemente ad un ambiente tutto speciale, ideale raccordo tra il palazzo e la natura del parco del Palazzo: il ninfeo, ricavato in un prolungamento a pian terreno dell'ala settentrionale del complesso. La decorazione musiva, l'acqua e le piante che un tempo arricchivano la struttura, ne facevano un luogo atto alla meditazione, alla contemplazione, in una ideale unione tra ragione e natura.

Il ninfeo, interamente ricoperto da mosaici di sassi di fiume bianchi e neri, è stato in seguito riprodotto in altre dimore della famiglia Borromeo.

Sala Aurora

Situata al piano terra, è una sala con doppio affaccio sul parco e sul cortile d'onore. Prende il nome dal grande affresco sul soffitto, un'allegoria che raffigura Giulio II che viene invitato da Minerva a salire sul carro di Apollo. La sala è attualmente utilizzata per celebrare matrimoni e come sede di convegni e concerti.

CURIOSITA'

  • Anche Palazzo Arese Borromeo sembra sia dimora di un fantasma, si tratta di quello di Ersilia. Durante la ristrutturazione del parco, infatti, nelle immediate vicinanze della villa fu rinvenuta una piccola bara, la cui targhetta fissata sul feretro recitava: "Ersilia Borromeo, 1819". Effettivamente, una rapida ricerca confermò che nel 1818 la famiglia Borromeo diede alla luce la piccola Ersilia, che purtroppo morì nel 1819. Riesumando quei resti, s'ignorò deliberatamente la leggenda/maledizione che si tramanda da generazioni: "il riposo eterno dei membri della famiglia Borromeo non dev'essere in alcun modo profanato".
  • Nel febbraio 2024 il cantante Lazza sceglie Palazzo Arese Borromeo come location per registrare il videoclip della sua nuova canzone "100 messaggi". In particolare, vengono utilizzati gli spazi del giardino, della Galleria delle Arti Liberali e del Salone dei Fasti Romani, che si anima di una festa di zombie.
  • Nel giugno 2024 il giardino di Palazzo Arese Borromeo diventa un campo di calcio per il nuovo spot televisivo di Sky con Alessandro Del Piero.

Note

  1. ^ a b c d e f Tesori di Lombardia - La ghiacciaia ed il Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno - Bellavite Editore Missaglia

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • visite notturne Palazzo Arese Borromeo Cesano Maderno, su vivereilpalazzo.it.
  • Lombardia Beni Culturali: il Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno - Mb, su lombardiabeniculturali.it.
  • Notizie su Bartolomeo III Arese, su storiadimilano.it.
  • Università San Raffaele - Facoltà di Filosofia a Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno, su sanraffaele.org. URL consultato il 17 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2008).
  • Amici del Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno (Mb), su amicipalazzoareseborromeo.it.
  • Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo di Cesano Maderno (MB), su vivereilpalazzo.it.
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